venerdì 19 aprile 2013

Tobruch - Diario da una buca - 18° Giorno




Sabato 18/10 – 1941 – XIX


Questa mattina stavo sotto la tenda a riposare. Di un po’ di riposo avevo bisogno giacché oltre al lavoro di ieri, per costruire la mia buca, questa notte sono stato in giro per i capisaldi.



Mi butto sulla branda, una bella branda di caserma. Di fuori arrivano quei pomodori che quella bestia di un australiano ogni mattina manda; forse crede di poter passare in sussistenza con loro, ma ha sbagliato di grosso.
Mi tiro le due grosse coperte fin sulla gola ed in fondo lascio fuori i piedi.
Stavo già buttandomi in braccio a Morfeo quando viene a chiamarmi l’attendente del mio Capitano. Potete intuire, col sonno che avevo, quale faccia ho fatto. A dire il vero l’ho anche mandato a……..………in giro per la carta geografica, ma dopo, si capisce, sulla manica quei tre filetti lustri….

Brevi, mi alzo e vado. Ritorno e mi metto di nuovo a letto. Le granate si susseguono e in cuor mio dico: “ora basta!”
L’altro giorno per poco non mi hanno fatto dormire come un papa di duecento anni e non sono stato passato in sussistenza da quei farabutti.
Ma ora dormo in questa buca; questa volta, se me la rompono, vado la e rompo loro il muso.

Caporal Maggiore Carmine Peluso


mercoledì 3 aprile 2013

Tobruch - Diario da una buca - 17° Giorno


Venerdì 17/10 – 1941 – XIX




Ci siamo trasferiti dall’Uadi alla quota 145 conquistata orsono un mese.
Tutti lavoriamo per farci la buca.
I colpi di piccone si succedono ritmati, mentre le pale buttano da parte la terra smossa da poco.
“Come va Mastro?”
“Eh! Si tira avanti!”
In fondo il lavoro nobilita l’uomo e poi, quando si pensa, che si lavora per riposarci.
Così si è lasciato il fucile per imbracciare con egual spirito di combattività gli arnesi da lavoro.
Tutta la compagnia è impegnata per costruire le proprie buche e il lavoro procede celermente.
Il Comandante l’aveva detto chiaro.
“Ragazzi, bisogna lavorare e presto!”
Tutti lo sappiamo, e ognuno ha di già compreso il proprio dovere.
Questa terra, attraversata da centinaia di carri armati, calpestata da soldati di tutte le armi, adesso si appresta a scoprire il suo interno che è ancora vergine. E’ una terra brulla e, dopo i primi strati, appare la roccia; sembra quasi sia gelosa della sua verginità, ed oppone una forte resistenza.
Ma il fante lavora; fuciliere, autista, artigliere, marciatore; il fante sa fare anche il lavoratore.
Il Genio si occupa di lavori più grandiosi, ma è il fante che in prima linea costruisce le piazzole, i capisaldi ed ogni sistema di piccole opere fortificate.
Chi non sta in linea con il fante non può ben conoscere le sue molteplici attività, la sua pazienza ed il suo orgoglio di essere un fante.
Nonostante il nemico batta con le sue artiglierie le posizioni vicine, i miei camerati si mantengono allegri; anzi parecchi cantano.
“Fiorin Fiorello….”
Si sa che lavorare è tanto bello.
Però per l’Inghilterra lavorerà il manganello.

Caporalmaggiore Carmine Peluso

venerdì 15 marzo 2013

Tobruch - Diario da una buca - 15° e 16° Giorno



Giovedì 16/10 – 1941 – XIX


Sono circa le dieci e mezza. L’artiglieria nemica ha aperto il fuoco.
Le granate cadono sul nostro caposaldo.
Ad ogni scoppio la mia testa è fuori dalla buca a misurare con l’occhio la distanza e anche a burlarsi del nemico, che piano piano aggiusta il tiro.
Mi scoppiano fragorose intorno, avanti, dietro, a sinistra, a destra.
Ho capito l’intenzione. Continuo a tirare fuori la testa e ad ogni scoppio fa eco la mia voce che ripete:
“Qui niente da fare!”
Il nemico forse ha compreso e si sforza con rabbia. Le granate continuano a martellare intorno il terreno.
Odo dei tuoni lontano. Sono colpi in partenza che mi invitano ad abbassare la testa. Sento il sibilo delle granate in arrivo, segue lo spostamento d’aria e lo scoppio più fragoroso. Una nube di polvere mista a grossi sassi, accompagnata anche da un sacchetto pieno di sabbia, ruzzolano in buca e mi avvolgono.
Resto un attimo intontito, poi mi alzo con rapidità.
Mi guardo. Non mi sembra di essere ferito.
Mi accerto, sto bene, meglio di prima. Le mie labbra sorridono.
Sono stato collaudato. Sono invulnerabile.
Guardo poi la mia buca, colpita due volte dalle granate che le hanno squarciato un fianco, ed allora penso con orgoglio che la granata che mi deve colpire non è stata ancora fabbricata.
Così pensando salto in piedi sulle rovine della mia buca e con la mia presenza annunzio al nemico che, come al solito, mi ha fatto un baffo.
E non val nemmeno la pena di ripararla poiché domani dovremo trasferirci.





Mercoledì 15/10 – 1941 – XIX


Questa notte vi è stato un intenso fuoco di artiglierie.
La giornata è molto fredda.
Si è avuti tre allarmi aerei.


Caporal Maggiore Carmine Peluso




venerdì 1 marzo 2013

Tobruch - Diario da una buca - 14° Giorno







Martedì 14/10 – 1941 – XIX


Questa notte la 2° Compagnia ha fatto la sua avanzata.


E’ stata contrastata dalle artiglierie nemiche, ma verso l’alba son riusciti ad occupare i capisaldi assegnati.


Tutto è andato bene, ma verso le otto tre carri nemici han fatto una puntata verso questi obiettivi, già loro, e dopo un nutrito fuoco son riusciti a prendere quattro nostri soldati.


Ed uno di questi, per non essere portato via dal nemico, si è lanciato dal carro; ma quei barbari lo hanno ammazzato.


Il baldo fante dorme il sonno degli eroi.


Sono entrate in azione le armi di altri capisaldi le quali hanno messo in fuga i carri.


Alle sedici si presentavano davanti ad un altro nostro caposaldo tre autoblindo nemiche.


Cercavano di sorprendere, ma i fanti stavano bene in guardia.


Una di queste è stata fermata dall’infallibile tiro di un fucilone anticarro.


Abbiamo fatto tre prigionieri, catturato un autoblindo e messe in fuga le altre due.


Caporal Maggiore Carmine Peluso

lunedì 18 febbraio 2013

Tobruch - Diario da una buca - 13° Giorno




Lunedì 13/10 – 1941 – XIX




Il Ghibli che spira da ieri è ancora tutt’oggi persistente.

Il nostro accampamento non lo si riconosce più.

Forse è cosa buona perché gli aerei nemici non lo potranno più riconoscere.

Ma è anche male perché la sabbia ammonticchiata sui teli è molta e pesa. C’è il pericolo di far cascare le tende.

Solo dopo un rosso tramonto il Ghibli cessa.

Ritornano le stelle e, dopo poco, anche il quarto di luna si vede.

La serata è propizia, questa notte ci sarà un’altra azione; la 2° Compagnia deve portarsi all’altezza delle altre.

Le artiglierie tirano. Si sente anche qualche aereo, ma non sul nostro settore.


Caporal Maggiore Carmine Peluso

venerdì 1 febbraio 2013

Tobruch - Diario da una buca - 12° Giorno



Domenica 12/10 – 1941 – XIX




Oggi una bruttissima giornata. Da questa mattina è incominciato a spirare il Ghibli, e più ore passano e più aumenta il vento e la sabbia.

Alle tredici mi son recato, su di un autocarro, alla sussistenza ma a metà strada mi son sperduto; non si vedeva ad un metro davanti.

Gira e rigira mi son ritrovato nei pressi del mare. Le piste sono state tutte ricoperte.

Il suolo è ormai uniforme.

Cammino sulla presumibile direzione della via Balbia e finalmente la trovo. Alle sedici sono di ritorno.

Le artiglierie di ambo le parti tirano a più non posso.

Ognuno ha il timore di qualche sorpresa.


Caporal Maggiore Carmine Peluso

mercoledì 16 gennaio 2013

Tobruch - Diario da una buca - 11° Giorno



Sabato 11/10 – 1941 – XIX




Fin da ieri sera si era in allarme, tenersi pronti, bisogna avanzare ed occupare alcuni capisaldi.

Questa notte alcuni aerei nemici sorvolavano le nostre posizioni. Intervenuta la nostra caccia li ha dispersi.

Sono stati dati i segnali convenuti; si inizia l’avanzata, scalchiamo le nostre trincee, siamo cauti non facciamo rumore.

Dobbiamo sorprendere; a circa duecento metri ci accoglie un nutrito fuoco di mitragliatrici.

Nessuno ha ordine di sparare se non quando si è sulle posizioni. Per noi risponde la nostra artiglieria che fa tacere le mitragliatrici nemiche.

Sono le due e quaranta, si inizia di nuovo la marcia di avvicinamento.

Dopo venti minuti siamo sulle posizioni nemiche. Non troviamo nessuno.

Hanno subodorato la nostra avanzata ed avuto fifa se la son data a gambe. Hanno fatto un'altra ritirata strategica lasciando nelle nostre mani, ormai, munizioni ed indumenti personali.

Prendiamo il caposaldo, lo si mina, lo si circonda di fil di ferro spinato.

In tutta la giornata abbiamo avuto tre allarmi aerei.


Caporal Maggiore Carmine Peluso