giovedì 23 maggio 2013

Tobruch - Diario da una buca - 19° Giorno




Domenica 19/10 – 1941 – XIX

 

Questa mattina abbiamo assistito alla Santa Messa ed il resto della giornata è stato ottimo.
Questa sera il buio è pesto, il silenzio è di tomba. La notte è senza luna e per di più uno strato di dense nuvole si è aggiunto a nascondere il debole riflesso delle stelle.
Dentro le nostre tane è giunta alle nostre orecchie soltanto il sussurro di un primo venticello autunnale che spira dal nord.
A volte si dimentica addirittura il luogo e il tempo che si vive. Si ha l’impressione, veramente, di essere relegati nel più remoto angolo della terra.
All’improvviso soltanto il crepitio della mitraglia, o il rombo di un cannone, ci richiamano alla realtà.
Centinaia di uomini, senza apparire, vigilano anche in mezzo a questa ispirata quiete sepolcrale.
Il fante non dorme mai!...
Ad un tratto viene intercettato, lassù in alto, molto in alto, un sordo ronzio di eliche. I nostri bombardieri si apprestano a suonare la solita notturna ed appassionata serenata ai cari amici rinchiusi in Tobruch.
Pochi secondi son passati e già sulla piazza di Tobruch sono stati sganciati diversi razzi che illuminano la zona sottostante.
Dall’alto, intanto, vengono avvistati ed osservati bene tutti gli obiettivi prestabiliti. I primi razzi si sono spenti e gli altri sono, pure loro, quasi alla fine.
In un lampo, il lontano ronzio dei nostri “Sparvieri” è sopraffatto dal rumore delle bombe lanciate contro gli assediati di Albione.
Da terra il fuoco delle armi nemiche è diretto contro il cielo.
Scie luminose di fari si innalzano in cerca della preda, seguiti dal fuoco di tutte le artiglierie contro aerei. Le mitraglia da 20 incrociano, con interminabili raffiche, lo spazio; costruendo una fitta rete di perforanti attraverso la quale nemmeno una mosca troverebbe via libera.
Ciò però non impedisce ai nostri piloti, dal cuore saldo e dalla volontà ferrea, di raggiungere lo scopo.
Pillole di medio e grosso calibro sembra facciano a gara a rincorrersi nell’aria con sibili tremendi.
In breve parecchie postazioni di artiglieria contro aerea vengono centrate e messe completamente fuori uso. Altre ridotte al silenzio.
Un riflettore è stato preso in pieno ed i rimanenti hanno spento la luce per evitare di subire la stessa sorte.
Al fine un raggio immenso di fiamme si sprigiona dalla piazza assediata e si innalza sempre più alto tanto da rischiarare anche le nostre buche.
Il fante che dal primo rumore è balzato fuori, ed ha assistito alla magnifica operazione dei nostri bombardieri con ansia febbrile e col cuore trepidante, ora è preso da una gioia grande ed applaude ai valorosi camerati dell’aria.
 
Caporalmaggiore Carmine Peluso