venerdì 15 marzo 2013

Tobruch - Diario da una buca - 15° e 16° Giorno



Giovedì 16/10 – 1941 – XIX


Sono circa le dieci e mezza. L’artiglieria nemica ha aperto il fuoco.
Le granate cadono sul nostro caposaldo.
Ad ogni scoppio la mia testa è fuori dalla buca a misurare con l’occhio la distanza e anche a burlarsi del nemico, che piano piano aggiusta il tiro.
Mi scoppiano fragorose intorno, avanti, dietro, a sinistra, a destra.
Ho capito l’intenzione. Continuo a tirare fuori la testa e ad ogni scoppio fa eco la mia voce che ripete:
“Qui niente da fare!”
Il nemico forse ha compreso e si sforza con rabbia. Le granate continuano a martellare intorno il terreno.
Odo dei tuoni lontano. Sono colpi in partenza che mi invitano ad abbassare la testa. Sento il sibilo delle granate in arrivo, segue lo spostamento d’aria e lo scoppio più fragoroso. Una nube di polvere mista a grossi sassi, accompagnata anche da un sacchetto pieno di sabbia, ruzzolano in buca e mi avvolgono.
Resto un attimo intontito, poi mi alzo con rapidità.
Mi guardo. Non mi sembra di essere ferito.
Mi accerto, sto bene, meglio di prima. Le mie labbra sorridono.
Sono stato collaudato. Sono invulnerabile.
Guardo poi la mia buca, colpita due volte dalle granate che le hanno squarciato un fianco, ed allora penso con orgoglio che la granata che mi deve colpire non è stata ancora fabbricata.
Così pensando salto in piedi sulle rovine della mia buca e con la mia presenza annunzio al nemico che, come al solito, mi ha fatto un baffo.
E non val nemmeno la pena di ripararla poiché domani dovremo trasferirci.





Mercoledì 15/10 – 1941 – XIX


Questa notte vi è stato un intenso fuoco di artiglierie.
La giornata è molto fredda.
Si è avuti tre allarmi aerei.


Caporal Maggiore Carmine Peluso




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