Lunedì 20/10 – 1941 – XIX
I
grandi avvenimenti che ogni giorno vanno sempre più realizzandosi sul fronte
orientale, ove il mondo assiste alla più impressionante campagna che la storia
conosca e alle più strepitose vittorie che mai siano state registrate, sono
fatalmente destinati a distogliere l’attenzione del grosso pubblico da ciò che
avviene in Africa settentrionale.
Ma
non solo, passa in secondo ordine anche la disperata eroica resistenza che
ancora tenacemente oppongono al nemico i nostri camerati in Africa Orientale
ove la cessazione della stagione delle piogge aveva fatto nascere nuove
speranze a tutte le Razze raccolte dall’Inghilterra contro di noi, nei
territori del nostro Impero.
Non
c’è chi non veda che ciò è perfettamente logico e naturale.
Non
c’è chi non se ne renda perfettamente conto.
E
come noi se ne renderanno conto i nostri fratelli che ancora lottano con
estremo coraggio in A.O.I. anche perché in fondo ognuno di noi sa benissimo che
se l’interesse e polarizzato verso l’oriente europeo il cuore degli Italiani è
sempre rivolto all’Africa ed a noi che qui combattiamo duramente da sedici mesi
contro l’odiato nemico.
Non
è lontano il giorno che richiamerà verso di noi l’attenzione del mondo e qui,
ancora una volta, saranno giuocate delle carte di fondamentale importanza per
gli sviluppi del conflitto.
Quel
giorno, quella che è stata la nostra esistenza, quel che rappresenta il nostro
terreno, quel che ha voluto dire per il nemico il nostro fronte, quel giorno
tutto apparirà nella sua luce migliore e tutti ci daranno atto della funzione
da noi esercitata nel vasto quadro della guerra in corso in questa vecchia
Europa in cerca di pace.
Ma
questa volta vera pace, con giustizia per tutti i popoli.
Intanto
dobbiamo tener duro e la parola d’ordine trova in tutti noi, dai capi
all’ultimo gregario, piena comprensione in assoluta disciplina e vero entusiasmo.
Senza
impazienza, sicuri che arriverà la nostra ora; noi vigiliamo e rendiamo
difficile la vita al nemico. Per noi non ci sono soste, non ci sono pause, la
battaglia continua!
Giustamente
uno dei nostri capi ebbe a dire che ci si deve considerare sempre in
combattimento. Il combattimento non conosce solo le frasi previste dalle
regolamentazioni ma è fatto anche di vigile attesa attiva durante la quale non
bisogna dar tregua al nemico così che esso non si consideri mai tranquillo.
E
anche quando il bollettino dice che sul fronte Marmarico non c’è stato niente
di nuovo noi sappiamo che il nemico quella notte non ha dormito, perché non gli
abbiamo dato pace. Né gli daremo pace fino a che non se ne sarà andato
dall’Egitto e dall’Africa.
Su
questo gli Inglesi possono essere certi e star sicuri poiché abbiamo troppi
vecchi conti e nuovi da regolare.
Il
mondo intero dovrà domani erigere ai nostri eroi, ai nostri caduti, un eterno
monumento di gratitudine, che noi veramente avremo salvato il mondo da un’insopportabile
schiavitù, la schiavitù dell’oro.
In
questa immane lotta fra l’oro ed il sangue, come ebbe a dire il Duce, non c’è
possibilità di scelta; la vittoria è dei popoli giovani.
Caporalmaggiore Carmine Peluso
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