domenica 20 marzo 2011

25° Divisione Fanteria Bologna - Terza Parte

19.11.1941 – Alle ore 19.00 il comando del XXI Corpo d’Armata comunica che in località Sidi Rezegh si trova concentrato un numero imprecisato di mezzi meccanizzati nemici che ha distrutto, in quel campo d’aviazione, una nostra formazione aerea. Quindi da ordine di mandare sul posto un reparto, con armi anticarro, per accertare la realtà della situazione.
Si dispone subito di mandare in detta località il I° Battaglione del 39° Fanteria, rinforzato dalla 73° compagnia cannoni contro carri dei Bersaglieri e vengono messi in stato di allarme tutti i capisaldi allo scopo di rintuzzare energicamente un eventuale tentativo di sortita, da parte del nemico, dalla piazza di Tobruch.
Il I° Battaglione del 39° Fanteria inizia il suo movimento alle ore 19.40 portando al seguito il munizionamento d’arma, mentre per il trasporto di quello di reparto viene preparata una colonna di automezzi che alle ore 22.00 inizia anch’essa il movimento dal bivio “Strada dell’Asse – Via Balbia”.

20.11.1941 – Alle ore 02.00 il I° Battaglione del 39° Fanteria trovasi già a 2 km a nord-ovest del campo di fortuna d’aviazione ed alle ore 02.30, raggiunta la località prestabilita, si sistema a difesa ad un km circa dal noto campo di aviazione di Sidi Rezegh prendendo immediato collegamento con le truppe tedesche, il 155° reggimento fanteria germanico, con le quali deve operare. Intanto la 11° Batteria da 75/27 viene spostata al km 15, dal bivio orientale della strada dell’Asse per eventuale protezione delle truppe italiane e tedesche dislocate nella zona di Sidi Rezegh.
Alle prime luci dell’alba il I° Battaglione del 39° Fanteria viene impegnato in aspro combattimento. In seguito ad ordine del C.T.A., le truppe dipendenti, non impegnate nel sottosettore Bu Asaten, assumono dislocazione difensiva a cavallo della Strada dell’Asse fronte sud-est.
A nord della Balbia vengono schierate 2 sezioni da 20mm del 205° Reggimento Artiglieria e 4 pezzi da 47/32 della compagnia controcarri del battaglione divisionale.
Il II° Battaglione del 40° Reggimento Fanteria, rinforzato da 1 batteria da 77/28 e da 1 batteria da 75/27, si costituisce a caposaldo tra la Balbia ed il Campo di aviazione di Bu Amud.
Durante tutta la giornata il I° Battaglione del 39° Fanteria sostiene i violenti attacchi nemici, effettuati con numerosi mezzi corazzati, e scrive pagine di eroismo subendo perdite gravissime. Addirittura controattacca, insiema alla tedesca “Afrika”, ma la loro azione viene respinta dalla 7° Brigata Corazzata britannica.

21.11.1941 – Alle ore 06.30 del mattino numerosi mezzi corazzati nemici escono per una sortita dalla cinta fortificata di Tobruch ed attaccano con estrema violenza la linea dei capisaldi 14, 15 e 16.
Tra i Reggimenti nemici attaccanti si annoverano il 2nd Bn. The King’s Own Royal Regiment (che era arrivato in Egitto dalla Palestina all'inizio di settembre), 2nd Bn, The Black Watch Regiment, 2nd Bn, The Queen’s Royal Regiment e 4th Bn, Royal Tank Regiment (RTR con carri armati Matilda).
Il violento tiro di sbarramento dell’artiglieria e la energica reazione dei pezzi anticarro non sono sufficienti a fermare l’irruzione dei mezzi corazzati che, superato il caposaldo 16, si dirigono verso lo schieramento delle artiglierie.
Nel contempo sulla destra del nostro schieramento, nel settore della Divisione “Afrika”, altri mezzi corazzati investono ed oltrepassano la linea tenuta dai reparti tedeschi e si dirigono verso la quota 146, caposaldo 11, mentre il I° e IV° Gruppo del 205° Artiglieria, attaccati violentemente, prima resistono tenacemente e poi sono distrutti sul fronte, rispettivamente, delle postazioni inglesi “Jack” e “Tiger”.
Poi la “Bologna” respinge un ulteriore attacco, a Sidi Rezegh, con l'aiuto del 3° Battaglione (Aufklärung-Abteilung) da ricognizione tedesca della 21^ Panzer Division.

Immediatamente il Comando Divisione ordina:
- al II° Battaglione del 40° Fanteria di chiudere il fronte ovest, schierandosi a sud-est del campo di aviazione di Bu Amud.
- alla Compagnia carri “L” e Reparto Arditi di trasferirsi immediatamente nella zona di Carmuset Beludeah (detta Fico dagli italiani).
- al XXV° Battaglione Genio, dislocato nella zona di Magen Belhamed, di tenersi pronto per eventuali contrattacchi.

La violenza della lotta, che si estende su tutto il settore sud della via Balbia per il veloce attacco contemporaneo contro tutti i capisaldi, determina una ridda di notizie contraddittorie che non danno una precisa cognizione della situazione, pure restando assolutamente accertato che i carri armati nemici, scorazzanti nella zona dei nostri capisaldi, vengono energicamente affrontati dalle nostre truppe che si difendono con eroismo pari allo spirito di sacrificio dimostrato in oltre 3 mesi di dura vita nei capisaldi.

Alle ore 12.00 circa subentra una relativa tregua che permette di precisare che:
- la nostra linea dei capisaldi si è per la maggior parte ricostituita,
- che numerosi mezzi corazzati nemici sono stati inchiodati sul terreno all’interno dei vari capisaldi,
- che il I° ed il IV° Gruppo del 205° Artiglieria sono stati completamente sommersi,
- che il nemico proveniente da Tobruch si prepara con maggiori forze a sferrare un nuovo attacco.

Di fronte a tale situazione si provvede immediatamente, con 2 Compagnie del II° Battaglione del 40° Fanteria ed unità tedesche, a costituire un tratto di linea difensiva che partendo dalla Balbia e passando per l’ex caposaldo 5 raggiunge l’ex caposaldo 6.
Alle ore 14.00 circa il nemico, usando un maggior numero di mezzi meccanizzati, rinnova con estrema violenza i suoi attacchi contro la linea dei capisaldi.
Il valore dei nostri soldati, già duramente provati dai combattimenti antimeridiani, non poteva questa volta avere ragione del nemico che sommerge i capisaldi 14, 15 e 16.
Anche il III° Gruppo del 205° Artiglieria al caposaldo 14 nella parte posteriore dell’area Bu Asaten, dopo aver sparato l’ultima granata e sostenuto violenti attacchi con le armi individuali, reso inservibile il materiale, ripiega sul Fico nell’area Carmuset Beludeah.
La guarnigione inglese di Tobruch continua la sua azione di sortita, nonostante la forte resistenza incontrata.

Prima di sera la 70° Divisione inglese crea un saliente di 4000 mq e cattura, al prezzo di fortissime perdite fra cui 200 solo tra i suoi Black Watch, numerosi tedeschi (550 soldati più 20 ufficiali) ed italiani (509 soldati e 18 ufficiali.

In serata la prima linea difensiva è la seguente:
- Balbia – ex caposaldo 5 e 6 – Fico – zona ad 1 km a sud del caposaldo 10
La seconda linea difensiva è così composta:
- caposaldo campo d’aviazione di Bu Amud – caposaldo Magen Belhamed – caposaldo di quota 154 zona Belhamed.

Nella notte sul 21 i Bersaglieri della 73° Compagnia C/C aiutano il Cappellano della "Bologna" Don Aldo Moretti (Medaglia d'oro al valor Militare) a recuperare i feriti della stessa "Bologna".

Un comunicato italiano del 22 novembre dirà:
“Ripetuti tentativi nemici di uscire da Tobruch sono falliti causa la buona resistenza dimostrata dalle divisioni italiane che assediano la fortezza”.

22.11.1941 – Nella notte dal 21 al 22 e nella mattinata del 22 vengono effettuati dei movimenti ed eseguiti dei lavori:
- il II° Battaglione del 39° Fanteria, già spostatosi in zona di quota 126 ad est della strada dell’Asse si trasferisce nella località Carmuset Beludeah dove si sistema a difesa costituendo 3 capisaldi su una linea che comprendendo il Fico viene orientata da nord-est a sud-ovest;
- il Comando del 39° Fanteria con la sua Compagnia mortai e gli elementi residui del I° Battaglione vengono dislocati ad 1 km a sud-ovest del Fico costituendo un caposaldo nella zona delimitata dalle quote 136 – 132 e 133.
- i resti del I° Battaglione del 40° Fanteria costituiscono un caposaldo a 1.500 metri circa a sud di Bir el Garsa;
- le 2 Compagnie Guastatori si portano nel caposaldo di Magen Belhamed dove si trasferisce pure il Comando della Fanteria della Divisione;
- un Gruppo di Artiglieria di formazione, costituito da 2 Batterie da 105/28 (assegnate dal Comando del Corpo d’Armata e giunte il mattino del 22) e dall’11° Batteria da 75/27, prende posizione a sud-ovest di Magen Belhamed;
- la 24° Sezione Sanità si trasferisce al centro Ospedaliero al km 13 della Strada dell’Asse e il 93° Ospedale da Campo si trasferisce nei pressi del km. 23 della Strada dell’Asse.

Da varie osservazioni e dalla relazione di una pattuglia mandata in ricognizione emerge:
- che i capisaldi 14 e 15 sono occupati da elementi nemici;
- che negli intervalli dei capisaldi 13, presidiato da reparti della Divisione “Pavia”, e 14 sono in movimento nuclei di fanteria nemica;
- che movimenti di carri armati ed automezzi nemici si notano a nord-est di Bir el Garsa;
- che una Batteria da 88 ha preso posizione presso il caposaldo 14.

Alle ore 9.00 il nemico concentra il fuoco delle sue artiglierie nella zona del Fico ed alle ore 12.00 sferra il primo attacco che viene nettamente respinto, così come vengono decisamente stroncati i successivi attacchi delle ore 14.00, 15.50 e 17.45 effettuati con un numero sempre maggiore di carri armati, i quali si concentrano ogni volta in zona a circa 1.500 metri a nord-ovest del Fico, zona che, in seguito a richiesta del Comando, viene efficacemente battuta dalle artiglierie di Corpo d’Armata.
Il movimentato giorno 22 mette chiaramente in luce l’elevato spirito combattivo delle truppe che superando in modo mirabile la estenuante fatica fisica, cui sono per necessità sottoposte, sanno mantenere con valorosa tenacia il nuovo schieramento infliggendo al nemico gravi perdite e stroncando in pieno i suoi reiterati attacchi immobilizzando oltre 50 mezzi corazzati britannici.

La notte dal 22 al 23 non segna alcuna attività operativa degna di rilievo ma è invece una notte densa di lavoro a di ricognizioni. Vengono migliorati i campi minati esistenti, ne vengono costruiti dei nuovi e viene provveduto al trasporto di parte delle munizioni esistenti al p.a.m. divisionale (che in vista della nota operazione offensiva era stato dislocato in zona Fico) in altra località situata nei pressi del km. 10 della Strada dell’Asse.

Fino a questo momento la Divisione “Bologna” è ancora l’unità dell’Asse più impegnata; è molto provata, ed ha perso 45 ufficiali ed un migliaio tra Sottufficiali e Truppa.
I Reparti ancora efficienti si contano sulla punta delle dita: il II° Battaglione del 39° Fanteria, il II° Battaglione del 40° Fanteria, il I° Battaglione del 86° Fanteria, della divisione Sabratha ad essa aggregato, ed un paio di Batterie.

23.11.1941 – La Divisione si trova sempre di fronte a Tobruch, sulla sinistra della “Trento” e sulla destra della tedesca zbV “Afrika”.
La 70° Divisione britannica da Tobruch lancia un altro attacco feroce contro le postazioni tenute dalla “Bologna” nel tentativo di raggiungere la zona di Sidi Rezegh, ma elementi della Divisione “Pavia” smussano l’attacco.
Per la “Bologna” la giornata è relativamente calma dal punto di vista operativo perché segna un solo sterile attacco nemico alle ore 7.50 contro i capisaldi del Fico, ma registra una nuova minaccia da est segnalata dal comandante della Divisione “Afrika” il quale da notizia di infiltrazioni di mezzi corazzati nemici provenienti da Gambut. Per fronteggiare tale minaccia il Plotone da 47/32 dislocato nel caposaldo di Bu Amud viene immediatamente trasferito a 1.200 metri del bivio Strada Asse-Via Balbia verso Bardia e prende posizione con fronte ad est. Nel contempo anche la Batteria da 77/28 e la 7° Compagnia del II° Battaglione del 40° Fanteria, dello stesso caposaldo, invertono il loro schieramento.

24.11.1941 – Nella giornata del 24 e fino alla sera del giorno 25 il nemico non mostra l’aggressività dei giorni precedenti e limita la sua attività ad intenso fuoco di artiglieria sui capisaldi del Fico e sul caposaldo di Magen Belhamed. La Divisione trae profitto da questa tregua per continuare il trasporto, nella nuova località, delle munizioni ancora esistenti nei pressi del Fico, per il trasferimento nei pressi del km. 18 della Strada dell’Asse del reparto munizioni e viveri del 205° Reggimento Artiglieria, per il completamento dei campi minati intorno ai capisaldi del I°/39° Fanteria e del I°/40° Fanteria e per il miglioramento in genere di tutta la sistemazione difensiva.
Difatti viene costituito un nuovo caposaldo con 1 Compagnia Guastatori, nella zona al km. 10 della Strada dell’Asse fronte ad est, in collegamento sulla sinistra con una Compagnia Pionieri germanici.
L’attività delle pattuglie viene moltiplicata e sono effettuate delle puntate di carri “L” per la sorveglianza ed il controllo dell’intervallo esistente fra lo schieramento della “Bologna” e quello della “Trento”.
Dai servizi di pattuglia si desume la linea raggiunta dal nemico la quale partendo dall’ex caposaldo 4, occupato da fanteria nemica, passa per l’ex caposaldo 10 di Bir el Garsa e raggiunge l’ex caposaldo 2.
L’apparente calma non crea però illusioni nel Comando Divisione che giustamente l’attribuisce ad una intensa fase preparativa da parte del nemico il quale, evidentemente, preordina un ulteriore e più violento attacco contro i capisaldi del Fico che costituiscono la zona più sensibile del nostro schieramento.
Tali considerazioni impongono la massima vigilanza e quindi vengono impartiti ordini categorici in merito.

25.11.1941 – Fino a questo giorno il III° Gruppo del 1° Reggimento Artiglieria Celere "Principe Eugenio di Savoia", in collaborazione con reparti del 20° Reggimento della “Brescia” e una Compagnia di Fucilieri tedeschi cerca di tenere impegnato il nemico per impedirgli di distogliere dal loro fronte forze da inviare contro la “Bologna” che si trova troppo seriamente impegnata.
Alle ore 21.00 il nemico concentra per un ora il fuoco delle sue artiglierie sui capisaldi del Fico ed alle ore 22.00, con numerosi mezzi corazzati appoggiati da reparti di fanteria, sferra l’attacco.
La imponenza delle forze nemiche attaccanti, l’importanza delle posizioni attaccate, l’ora stessa dell’attacco, tutto lascia prevedere una lotta dura il cui esito dipende soprattutto dalla possibilità di poter contrapporre dei mezzi corazzati.
La richiesta di tali mezzi viene pertanto immediatamente fatta e diviene assillante quando dopo due ore di lotta e dopo alterne vicende il nemico penetra nel caposaldo sud-ovest del Fico tenuto dalla 5° Compagnia del 39° Fanteria che sopraffatta deve ripiegare.
L’assillante richiesta viene ripetuta per ben tre volte al Comando della Divisione “Afrika” che, mentre in un primo momento ha perfino assicurato la partenza dei mezzi meccanizzati, alle ore 1.05 della notte sul 26 comunica che il Comando Tedesco non può aderire alla richiesta essendo i carri corazzati occupati in altra zona.
L’attacco può comunque ritenersi respinto perché gli altri 2 capisaldi del Fico sono ancora saldamente tenuti e perché il nemico, che ha avuto 2 carri armati distrutti, non rinnova i suoi attacchi.
La situazione rimane però alquanto problematica data la presenza del nemico nella zona del Fico e la necessità di un contrattacco per ristabilire la situazione si presenta assoluta.
Il contrattacco viene effettuato dalla 5° Compagnia del II° Battaglione del 40° Fanteria e dal reparto Arditi divisionale appositamente inviati, ma non essendo appoggiato da mezzi meccanizzati non può avere l’esito sperato.
La situazione impone una chiarificazione che viene immediatamente fatta dal Capo di Stato Maggiore il quale si reca, a tal scopo durante la notte, presso il Comando di Corpo d’Armata.
Al rientro del Capo di S.M. il Comando della Divisione si trasferisce nella zona ospedaliera. Trasferimento che non era stato fatto in precedenza perché inopportuno in rapporto allo schieramento e per non sottoporre il Comando stesso ad una crisi nei collegamenti.
Nella notte giungono la 9° Batteria da 77/28 del 340° Raggruppamento Artiglieria e la 8° Batteria da 75/27 del 46° Reggimento Artiglieria, della Divisione “Trento”, che sono subito schierati nella zona a sud-est del caposaldo di Magen Belhamed.

26.11.1941 – Come è stato previsto alle ore 6.55 la zona del Fico viene attaccata da tutte le parti con numerosi carri armati. Alle ore 8.00 circa, nonostante la tenace resistenza, gli altri 2 capisaldi vengono sopraffatti e completamente sommersi. Da questo momento i mezzi corazzati nemici dilagano da tutte le parti ed in tutte le direzioni.

Data la situazione vengono prese immediatamente le seguenti disposizioni:
- sgombero immediato dell’Ospedale da Campo 96;
- spostamento del 66° Nucleo Chirurgico presso l’Ospedale da Campo 93 dislocato al km. 23 della Strada dell’Asse;
- predisposizione per lo spostamento nella medesima zona della Sezione di Sanità e dell’Ospedale da Campo 96;
Tutti gli automezzi impiegati per tale scopo sono al ritorno spezzonati da aerei nemici che ne incendiano due; gli altri trovano la Strada dell’Asse sbarrata da mezzi corazzati nemici e non possono quindi rientrare, aggravando la situazione della Divisione e non consentendo gli ulteriori spostamenti predisposti.
Intanto l’azione nemica diventa sempre più minacciosa. Aspri combattimenti si accendono sul caposaldo di Bir el Garsa che viene più volte perduto e riconquistato. La Divisione “Bologna” ancora una volta resiste a un attacco da Tobruch determinato a penetrare nella zona di Sidi Rezegh. Il tempo che resiste a Bir el Garsa è sufficiente a consentire alla Divisione “Pavia” di montare un contro-attacco e sconfiggere l'assalto britannico.
Alle ore 12.30 circa 35 carri armati da Bir el Garsa si dirigono verso sud-est.

Alle ore 13.40 altri carri armati dal piano si indirizzano verso El Duda dove è schierata la nostra artiglieria che viene pertanto subito investita.
Entro le ore 15.00 la forza britannica riduce al silenzio le nostre Compagnie e le nostre Batterie di El Duda senza troppi problemi e, come narrano gli inglesi stessi, non si può biasimarle visto lo speciale trattamento che hanno subito da parte di 50 carri armati e dalla truppe del 32 ATB, 2/13 AIF, 1 Essex, RNF.
Il Comando tattico del 205° Reggimento Artiglieria ed il Comando del gruppo di formazione sono circondati e fatti segno all’intenso fuoco dei carri armati nemici, nonostante tutta la zona venga sottoposta ad un intenso concentramento delle nostre artiglierie. I comandanti del reggimento e del gruppo assieme ad altri ufficiali e militari riescono a sera, favoriti dall’oscurità, a raggiungere la Strada dell’Asse e poi la sede del loro comando.
A questo punto si ritiene opportuno mettere in evidenza che il comandante del III° Gruppo del 205° Artiglieria, i cui elementi hanno ripiegato sul Fico, assieme a 10 ufficiali e ad una ventina di artiglieri, nelle notti sul 23 e sul 24, tentano il recupero dei pezzi che, come si è detto, resi inservibili erano stati lasciati sul posto.
I tentativi restano sterili ed allora, a seguito ad ordine del comandante del Reggimento, raggiungono al km. 18 della Strada dell’Asse il Reparto Munizioni e Viveri dove nella notte del 24 vengono pure trasferiti tutti gli elementi del gruppo rimasti in un primo tempo al Fico e poi avviati nel caposaldo di Magen Belhamed.
In appresso e dopo l’interruzione della Strada dell’Asse il Reparto Munizioni e Viveri del 205° Artiglieria, con tutti gli uomini ad esso appoggiati, si trasferisce alla base di Ain el Gazala.

Per l’estrema delicatezza del momento e per la mancanza di collegamenti il Capo Ufficio Operazioni viene mandato presso il Comando di Corpo d’Armata allo scopo di portare a conoscenza del superiore comando la situazione della Divisione. Ma non può raggiungerlo ne fa rientro, risultando disperso.

Alle ore 15.00 circa l’improvvisa presenza di 37 carri armati nemici sulla Strada dell’Asse all’altezza del km. 13,500 ed a meno di 1 km. dal Comando Divisione porta un elemento nuovo alla situazione ed impone un nuovo schieramento. Per la gravità del momento si dispone per la distruzione dei documenti segreti e riservati la qual cosa viene fatta alle ore 16.30.

Un composito Gruppo di Artiglieria, che aveva preso posizione vicino a Magen Bent el-Aareg, a sud-ovest di Magen Belhamed ed a nord di El Duda, consistente in due Batterie da 105/28, inviate dal comando del XXI Corpo, e dall’11° Batteria da 75/27 del 205° Reggimento, viene catturato dagli inglesi.

Alle ore 17.30 il Comandante del Corpo di Armata così radiotelegrafa:
“”Fronteggiare carri su Strada Asse da oriente mentre noi fronteggiamo da ovest in attesa arrivi manganello””.
Subito dopo in seguito ad accordi col Comando della Divisione “Afrika” si danno disposizioni per un ordinato spostamento di tutti i reparti su una linea che partendo dalle posizioni di Uadi Belgasem passa fra i capisaldi 5 e 6, taglia la Strada dell’Asse circa all’altezza del km. 5, fiancheggia ad est la Strada dell’Asse raggiungendo la Balbia nella zona del Bivio.

A sera anche il 44° RTR ed il 19° Battaglione inglese si mostrano nella zona di El-Duda ed a seguito della nuova situazione il Comando Divisione rientra nella propria sede normale.

La turbinosa giornata del 26 si chiude con la Divisione schierata a sud di Bu Hamud, fronte sud-ovest, dove elementi del 39° e del 40° Reggimento formano due nuovi punti di forza collegati con i reparti tedeschi sul parallelo di punto trigonometrico 137. Con loro sono elementi del XXXI° Battaglione Guastatori ed hanno a disposizione soltanto 2 Batterie; una da 77/28 ed una da 75/27; l’Ospedale da campo 96 e la Sezione Sanità ancora nei pressi del km 13 sulla Strada dell’Asse in quel punto ormai dominato dal nemico.
Nella notte un ulteriore violento attacco nemico riesce ad aver ragione della difesa del caposaldo di Belhamed e ad aprirsi un corridoio fra le unità della Divisione.
Gli italiani abbandonano la forte posizione di El-Duda che costituisce l’ultimo schermo tra la piazzaforte assediata ed neozelandesi che arrivano al soccorso.


Con questa riuscita manovra le truppe britanniche conseguono un duplice risultato:
- il ricongiungimento con le forze assediate a Tobruch
- l'accerchiamento delle unità schierate a nord verso la costa.
I britannici sono sull’altopiano pianeggiante, su cui sorge la bianca moschea di Sidi Rezegh, e sotto di loro si stende la bassa pendenza di Belhamed.
Nella stessa notte tra 26 e 27 la 6th New Zealand Brigade esce dalle sue postazioni ed attacca le forze tedesche del 155 Rgt Fanteria del Kampfgruppe (KG) Böttcher ed il 9° Reggimento Bersaglieri, dando così linizio alla famosa battaglia dei fanti piumati.

Si ringraziano della collaborazione Dario Spaccapeli figlio di Bruno che fu della 73°Compagnia Bersaglieri contro carri aggregata alla Divisione Bologna, ed Andreas Biermann per le informazioni fornite tramite il suo sito “The Tobruk Breakout”.
Altre notizie sono state raccolte dalla “Relazione Ciclo Operativo svolto dalla Divisione Bologna dal 19 al 27 novembre 1941”

Giuseppe Peluso

1 commento:

  1. COME ANDARONO LE COSE A SIDI REZEGH
    Il 19.11.41 due Sqd del 4° SAAC riescono a spingersi in avanti e alle ore 13,48 riferiscono di aver raggiunto la scarpata sud di Sidi Rezegh. A questo punto la 7^ Brg. inizia ad invadere il campo d’atterraggio. Il 2° RTR conduce l’attacco, ma il terreno fangoso lo obbliga ad una deviazione verso ovest. E’ allora il 6° RTR a prendere la testa dello schieramento e alle ore 15 supera il campo d’aviazione, distruggendo 18 aerei italiani G50. Elementi della Brg. inglese riescono a risalire la scarpata, ma vengono bloccati da un gruppo tattico dellìAfrika al quale si unisce, durante la notte, il I/39 della Bologna. All’alba del 20 novembre, viene schierata anche la 73^ compagnia C/C del 3° bersaglieri. Il compito delle truppe trincerate è assai arduo, resistere ad oltranza contro forze soverchianti, per permettere la manovra di contrattacco delle unità corazzate. La mattina del 20 le truppe dell’Asse contrattaccano. Una grandine di fuoco si abbatte sul 2° RTR, schierato sul crinale, e sul 6° RTR, al margine meridionale del campo. Le forti perdite obbligano gli inglesi alla ritirata. La 7^ Brg., ricevuto il Gruppo di Supporto, si impadronisce delle posizioni attorno al campo d’aviazione. Sul versante occidentale le nostre forze dispongono di un buon numero di armi anti-carro e non manifestano segni di cedimento. Il I/KRRC tiene il margine della scarpata ad est del campo, assieme al 60° Rgt. artiglieria, mentre le forze dell’Asse rafforzano le proprie posizioni a nord-ovest. Il 21, a Sidi Rezegh, il 1/39 e la 73^ comp. cannoni, dopo aver subito perdite gravissime, vengono nuovamente investite dalle Unità della 7^ Brigata. Alle 8.30 precise inizia un intenso fuoco d’artiglieria che prepara l’attacco del I/KRRC, rinforzato da una compagnia del II/RB, e del 6° RTR. Tra dense nuvole di polvere e di fumo, sbucano i carri armati nemici. I cannoni della 73^ iniziano a sparare con i proiettili perforanti e l’urto viene arrestato per poco. Gli inglesi che avanzano espongono il fianco destro al tiro dei nostri controcarro; è a questo punto il fuoco viene concentrano sulle nostre postazioni, che sono costrette ad arretrare. Gli inglesi scriveranno: “… In alcune aree le difese dell’Asse erano più arretrate rispetto a quanto ci si aspettasse ed i carri della comp. D, sulla destra, furono investiti dai colpi dei controcarro italiani … Al centro, i carri della comp. A del I/KRRC avevano incontrato un pesante fuoco di artiglieria e si spostarono sulla destra. I fucilieri scesero e combatterono a piedi, catturando trenta prigionieri, prima di conquistare la posizione”. E’ la fine della 73^ cannoni. La parte centrale del nostro schieramento mantiene però saldamente la posizione. Due Sqd. del 6° RTR proseguono l’attacco verso il Trigh Capuzzo e la valle a nord, dove trovano un’inaspettata resistenza. La situazione è confusa ma tutti i reparti italiani, che secondo il disegno nemico dovrebbero essere liquidati in poche ore, riescono a sostenere la pressione avversaria. Nonostante la perdita di molti carri, il 6° RTR - nel tentativo di riunirsi con le forze provenienti da Tobruk - raggiunge la scarpata oltre il Trigh Capuzzo, ma non è in grado di mantenere la posizione e si ritira. A mezzogiorno il KRRC è sul ciglione nord, con settecento prigionieri, ma per le perdite subite si concentra attorno al punto più alto del ciglione, quota 167, dove si riorganizza. Lo scontro per il campo d’aviazione si mostra decisivo per le sorti della battaglia, chi tiene il crinale a Sidi Rezegh può dominare la piana davanti a Tobruk e controllare il Trigh Capuzzo. La conquista del ciglione di Sidi Rezegh da parte del 7° Gruppo di Sostegno e la cattura dei capisaldi avanzati a Tobruk (Tiger e Jack) da parte delle forze uscite dalla piazzaforte quella mattina rappresentano il massimo livello di successo degli inglesi nella prima fase dell’offensiva.
    Dario Spaccapeli

    RispondiElimina